Italia in guerra senza accorgersene. Pietro Senaldi duro a Dimartedì: sarà un disastro per la nostra economia
Le armi fornite dall’Italia all’Ucraina portano automaticamente in guerra anche il nostro Paese. A dirlo è Pietro Senaldi, direttore di Libero, ospite nella puntata del 1 marzo di Dimartedì, programma di La7 condotto da Giovanni Floris, che si dice seriamente preoccupato per le conseguenze di una nuova crisi, dopo quella dovuta al Covid, per le tasche dei cittadini italiani: “Draghi ha detto chiaramente che la guerra ci costerà, però non ha detto bene chi e come la pagheremo. Vorrei che il governo, dopo averci portato con tutte le sue ragioni in guerra, rivedesse la sua politica economica. Stiamo sbattendo via un sacco di denaro che un giorno dovremo pagare. Già grazie al Covid abbiamo potuto indebitarci a cuor leggero, io mi sarei risparmiato sia il Covid che il debito. Dico che sono molto preoccupato perché vorrei capire chi paga questa guerra e penso che in quanto italiano sarò uno dei contribuenti. La vedo necessaria, non la canto con felicità, so che mi costerà tantissimo e peggiorerà di molto le mie condizioni di vita in quanto italiano”.
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“Da oggi - va avanti Senaldi - il premier Draghi non ha pronunciato la parola guerra, ma è evidente quello che ha detto ed è inquietante il comunicato del ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov che dice che chiunque rifornisce armi agli ucraini sarà considerato nemico della Russia. E parla sia di Stati che di cittadini. Quindi da oggi i cittadini italiani sono considerati nemici in Russia, come i giapponesi negli Usa dopo Pearl Harbor. Siamo - la triste presa di coscienza - già in guerra quasi senza accorgercene e senza sapere bene dove andremo”.