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Carlo Mazzone dà lezione, per fortuna c'è lui su Twitter

Arnaldo Magro
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Quando clicchi su quel tasto di adesione, lo sai bene anche tu, a cosa andrai incontro. Ti sovviene fulmineo il film Matrix con annessa frase: «Pillola blu o pillola rossa?». Insulti, sberleffi, minacce, attacchi personali. «Di tutto e di più». Che poi non è un vecchio slogan della Rai. Bensì risultano essere le condizioni implicite di Twitter. Se aderisci, le conosci le regole e le accetti.

Eppure in questo mare magnum di parole gratuitamente offensive, dove i filtri spariscono dietro la tastiera, c’è ancora un profilo che vorremmo segnalarvi. È quello di un nonno, di grigio elegantemente vestito. Tiene sulle ginocchia un nipotino sorridente. Ha il volto un po’ scavato rispetto a come lo ricordavamo noi. Più magro. Un messaggio chiaro campeggia sotto la foto: «Il tempo passa ma la gioia più grande resta vedere i nipoti crescere. La gioia più bella è la famiglia. Non smetterò mai di ringraziarvi per ciò che mi avete potuto dare».

Quell’uomo, ci riporta improvvisamente indietro nel tempo. Non per le sue corse sfrenate sotto le curve atalantine o per gli abbracci con Francesco Totti. Ci porta indietro a quando gli anziani erano, per la collettività, ancora sinonimo di saggezza. Quando le parole pronunciate, assumevano una declinazione candida e non di superbia. Di monito ma non di saccenza.

Quel signore che per un secondo, ricorda a molti di noi, i nostri nonni. Quel saper rivolgere alla vita, parole gentili e di riconoscenza, per ciò che la vita, è comunque in grado di donare. Quello stralcio di umanità è diventato trend tipic in pochi minuti. Solo per poco, si intende, poi si torna alla normalità di Twitter. Ma per quel poco che è durato, è stato bello. Grazie Carlo Mazzone.

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