
Cerno: dove ci porta quel cartello anti burqa a Monfalcone

Dove ci porta davvero quel cartello che davanti a un seggio elettorale ricorda che in una democrazia è vietato entrare nelle urne a volto coperto, con riferimento esplicito al burqa e agli abiti musulmani che nella piccola Monfalcone sono invece abitudine quotidiana? Non ci porta solo in un Comune dove per la prima volta in Italia alle elezioni per il sindaco si presenta il partito islamista, nato dentro la comunità, basato su valori ispirati al Corano prima che alla nostra Costituzione. Ci porta a un progetto più vasto, che nel silenzio di tutti sta nascendo dentro moschee e centri islamici. Il progetto di un movimento nazionale che porti dentro le istituzioni non cittadini stranieri diventati italiani, con la propria religione e la propria legittima visione del mondo, ma un partito che come un ariete cerca di passare nelle maglie della democrazia e nel nome della libertà imporre modelli che nella nostra cultura sono censurati se non vietati. Penso al rapporto uomo-donna, alla prevalenza della religione sulla legge, all’imposizione di simboli religiosi in uno Stato laico. Aiutati da una sinistra che nel nome dell’accoglienza li considera un serbatoio di voti.

Alla-h conquista dei Comuni. Viaggio nel voto di Monfalcone tra burqa e voglia di legge islamica
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