
L'incubo di Elly e il fantasma del Conte ter

Al netto degli slogan pro Pal, composti nella piazza di Roma e violenti a Milano, al netto delle polemiche sulla Tesla di Fratoianni e dei fischi contro Israele, l’abbraccio fra l’ex premier Giuseppe Conte e il suo ex ministro e tifoso del modello sinistra giallorossa Francesco Boccia segna nella piazza di ieri il vero bivio di fronte a Elly Schlein. Conte non ha mai smesso di sognare il suo ritorno a Palazzo Chigi e Boccia, che all’epoca tentò di costruire un’area di responsabili per il Conte ter, è oggi forse il più vicino alla leader del Nazareno.

Conte e l'abbraccio col Pd Boccia senza Schlein: "SIamo noi l'alternativa"
Quella stretta di mano sancisce nell’era di Schlein l’alleanza con il M5S come condizione per iniziare a ricostruire un campo alternativo a Meloni. Ma inevitabilmente ci mostra i tre macigni che rischiano di schiacciare Elly, che non per caso ieri non s’è fatta vedere, e di trasformare il suo sogno di leadership in un incubo. Stare insieme in quella piazza significa chiudere la porta politica a Matteo Renzi, che fece franare quel governo. Significa emarginare i centristi del Pd dall’anima di questa sinistra. Significa ammettere, pur senza dirlo, che il lodo Conte alla guida del centrosinistra non è mai stato davvero tolto dal campo.
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