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Autorevolezza contro autoritarietà

Francesco Petricone
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Il rispetto del ruolo istituzionale si vede dai piccoli gesti. Come quello del ministro dell’interno Matteo Piantedosi rimasto suo malgrado seduto a latere nel corso delle dichiarazioni al Senato in vista del Consiglio europeo, nonostante il suo ruolo centrale nella discussione. Sempre autorevole. Così il presidente Zelensky nell’ennesima settimana di rincorsa senza tregua verso una pace duratura e giusta per il suo popolo. Da Helsinki a Oslo, passando per Bruxelles, fino a Gedda e Riad. Anche questa volta, con il sangue freddo di corrispondere alle profferte dell’aggressore russo, senza smarrire il sostegno dell’alleato americano. Autorevolezza contro autoritarietà. Per raggiungere l’obiettivo finale entro il 2025. «Ho avuto una conversazione positiva, sostanziale e molto franca con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. E l’ho ringraziato» continua a ringraziare il presidente ucraino, senza stancarsi. Perché non ci siano dubbi sul sentimento di profonda gratitudine che pervade tutta l’Ucraina, per il suo tramite, sugli aiuti indispensabili a fronteggiare da oltre tre anni bombardamenti sul proprio territorio.

 Prosegue la trattativa. Con lo scambio di 175 prigionieri ucraini, tornati a casa fortemente provati. Ma a casa, finalmente. E i continui attacchi, soprattutto su Odessa, dell’aggressore russo su abitazioni civili, ospedali e centrali energetiche ucraine. «Quelle nucleari rimarranno a Kyiv» ha assicurato il presidente Zelensky, per fugare ogni dubbio sulla loro eventuale cessione agli Stati Uniti. E continua la diplomazia, da una parte e dall’altra. Senza tregua. Da ultimo, con il coinvolgimento anche della Cina che per il tramite di Li Min, portavoce dell’Agenzia cinese per lo sviluppo e la cooperazione internazionale, ha assicurato la disponibilità di Pechino a collaborare alla ricostruzione dell’Ucraina, d’accordo con Kyiv. Necessario ora insistere sulle sanzioni, ribadisce Zelensky, almeno fino a quando Mosca non abbia ritirato le proprie truppe dal territorio ucraino e pagato interamente per i danni causati. E accelerare l’ingresso definitivo dell’Ucraina nell’Ue.

«L’allargamento è uno degli strumenti più potenti dell’Unione europea nel perseguire pace, sicurezza e stabilità» hanno scritto i rappresentanti dei governi di Lituania, Svezia, Finlandia, Estonia, Danimarca e Lettonia al Commissario per l’allargamento Marta Kos e al presidente del Consiglio per gli affari generali, Adam Szlapka. Per questo, hanno ribadito l’invito ad individuare proposte concrete su come avanzare decisamente nel processo di adesione dell’Ucraina. Già dalla prossima settimana. L’ennesima di aggressione russa in Ucraina che si spera avvicini un po’ di più a quella pace giusta e duratura che tutti, o quasi, reclamano… Almeno quelli che, seduti o non seduti, fanno sempre la propria parte.

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