
I single possono adottare bimbi all'estero, ecco perché è un grande passo avanti

Costituisce, a mio avviso, un grandissimo passo in avanti la sentenza della Corte Costituzionale che ha deliberato essere illegittimo il comma 1 dell’articolo 29 bis della legge 184. Questo articolo, a partire dal 1983, non includeva le persone singole fra quelle che potevano adottare un minore straniero residente all’estero. Un cambiamento che, nell’ambito di una visione della disciplina nell’adozione internazionale, deve ancor più potenziare un’adozione ispirata a principi di solidarietà sociale. A tutela dei minori che, vivendo o avendo vissuto situazioni di abbandono, hanno l’assoluta necessità di trovare nuovi ambienti stabili ed armoniosi nei quali essere accolti, educati, sostenuti, curati. Anche per superare traumi e difficoltà preesistenti che hanno segnato la loro esistenza. Fermo restando che vanno accertate dai giudici le idoneità affettive degli aspiranti genitori ancorché single e la loro capacità di educare e sostenere economicamente la vita e l’istruzione dei minori adottati, nessuno può negare che tali capacità possano essere patrimonio affettivo ed educativo di una persona single la quale, peraltro, può avere intorno a sé familiari, amici e realtà sociali capaci di garantire ai minori amore e formazione adeguata. E ancora la maternità e la paternità non sono soltanto eventi biologici. Sono realtà sociali , culturali, spirituali, psicologiche, legali che incidono sulla mente, l’amore, l’immaginario, l’educazione, la formazione, la presenza, la guida, l’etica e la creatività degli esseri umani. Realtà che, in quanto tali e determinanti, vanno collocate storicamente nei tempi nei quali viviamo. E anzitutto nella famiglia, primo mattone di ogni umana società, luogo privilegiato ed unico all’interno del quale si sviluppano le dinamiche relazionali. Le famiglie di oggi ci fanno, poi, decisamente riflettere su come siano profondamente mutati i contesti tradizionali e su come si vadano, altresì, definendo i nuovi contesti, all’interno dei quali prendono forma e si strutturano continue innovazioni comunicative, comportamentali, culturali, spirituali e sociali motivate, tra l’altro, sia dall’attuale comprovata fragilità e durata dei rapporti di coppia e familiari, sia da una nuova, consensuale presenza dei padri nell’iter quotidiano di gestione ed educazione dei figli. Ma anche dall’affermarsi di una condivisione paritaria, tra madri e padri, di compiti e responsabilità sulla gestione complessiva della vita familiare. E infine dalla gestione monoparentale dell’educazione dei figli anche adottivi e da adottare da parte di un solo genitore e/o di un single che adotta dei minori avendo le possibilità, le capacità, la formazione adeguata per farlo.
Dai blog

Carlo Conti vince ancora. Scoppia la Sanremomania


La magia dei Pink Floyd torna a suonare nell'anfiteatro di Pompei


Da Jackson ai Beach Boys: quando le canzoni finiscono in tribunale
