
Chi difende Spinelli sta con Meloni

Polemica su Ventotene, sinistra ferma a un secolo fa. L'ditoriale di Tommaso Cerno
La sinistra in trance, che quando incrocia Giorgia Meloni nei Palazzi è convinta di vedere Benito Mussolini, e che ha tarato il proprio orologio biopolitico a circa un secolo fa, mentre il mondo brucia non dibatte in Parlamento del Consiglio europeo, del riarmo (scusatemi se non lo chiamo Defense ma odio il woke sempre e comunque), della trattativa che Trump sta cercando di portare avanti con Putin e Zelensky, bensì di Ventotene.

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Meloni: Ventotene? Ho letto un testo, non vedo cosa c'è di offensivo
TMNews
Al grido «vergogna» abbandona l’Aula perché la premier ha letto alcuni passaggi bolscevichi contro la proprietà privata e inneggianti la dittatura sovietica contenuti nel famoso Manifesto che per comodità noi consideriamo scritto solo da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, citando i liberali e il Partito d’Azione che immaginavano l’Europa come l’orizzonte capace di superare gli Stati nazionali che avevano portato alle dittature e alla seconda guerra mondiale. Il problema è che quella stessa lite inscenata in Parlamento la inscenarono gli stessi liberali a Ventotene, proprio contro la componente comunista che contribuì al Manifesto, che per chi conosca un po’ di storia non fu certo redatto fra baci e abbracci ma su un conflitto violento fra cultura liberale e comunista che portò addirittura alla separazione fisica durante i pasti delle diverse componenti. La scenetta di ieri ci riporta lì, i liberali contro i comunisti. Solo che dovete spiegarlo ai comunisti.

Meloni: "L'Europa del Manifesto di Ventotene non è la mia". Caos in Aula: la sinistra ci casca
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