
Littizzetto, la comica da salotto che insulta i militari: miseria culturale travestita da trasgressione

Luciana Littizzetto, una delle regine della nostra satira, ci ha regalato l’ennesima uscita infelice. Con la sua irresistibile voglia di sentirsi ribelle (strapagata e con la solita aria di superiorità moralista) ha pensato bene di liquidare i nostri militari in un suo intervento tv da Fabio Fazio con un’affermazione che lascia poco spazio all’interpretazione: “Fanno cagarissimo a combattere”. E il bello è che questa sarebbe la satira raffinata che ci viene spacciata come intelligente. C’è un confine tra l’ironia e l’offesa, e Littizzetto lo ha abbondantemente superato. Perché qui non si tratta di criticare le guerre in sé – cosa legittima e anche condivisibile – ma di denigrare chi porta una divisa, chi rappresenta lo Stato, chi mette la propria vita a rischio per missioni di pace, protezione civile, soccorso umanitario e, quando necessario, difesa della nazione. E, detto da lei che invece vive in un mondo dove il massimo del rischio è inciampare su un tappeto nelle quattro mura di casa, o di avere una recensione negativa su Twitter o Instagram, è davvero imbarazzante.

L'ira dei generali su Littizzetto: "Offese ai militari e ai caduti, si scusi"
“Guardando i libri di storia si vede che - ha proseguito Littizzetto nel suo intervento - da Caporetto alla campagna di Russia, fino alla Grecia, sono più le volte che abbiamo perso, i nostri soldati ce li vedi a usare un bazooka, al massimo sanno giocare alla playstation”. Perché non va a ripetere questa battuta in faccia ai nostri militari impegnati in missioni all’estero? Gente che si trova sotto il fuoco nemico, che vive con il rischio quotidiano di non tornare a casa, che opera in condizioni estreme per proteggere civili innocenti. La satira è un’arte sottile, intelligente, che colpisce i potenti e svela le ipocrisie del potere. Quello che ha fatto lei, è semplicemente bullismo mediatico: scegliere un bersaglio facile, insultarlo con volgarità gratuite e aspettarsi pure l’applauso del pubblico ammaestrato.

"Senza rispetto", l'eroe di guerra Paglia chiede le scuse di Littizzetto: gli insulti in tv alle divise
Almeno Diego Bianchi a Propaganda Live su La7, dopo una gag infelice di un suo ospite verso Salvini, ha avuto il buon senso di scusarsi subito in diretta. Perché anche la Littizzetto non dovrebbe farlo? Lei è intoccabile? Forse perché pensa che nell’immaginario di certi ambienti, chi porta una divisa è uno sfigato? Un burattino senza cervello servo dello Stato? Peccato che siano proprio loro, i militari, che nei momenti di crisi, terremoti, alluvioni e guerre, fanno quello che gli intellettuali da salotto non farebbero mai: mettersi in gioco, sporcarsi le mani, rischiare la vita. La verità è che i nostri soldati hanno scritto – spesso e volentieri nella storia di questo Paese - pagine di grande valore, sacrificio e dedizione. Sia chiaro: la satira è sacrosanta. E qua non si chiede a Littizzetto di smettere di farla, ma almeno di rispettare chi serve il Paese. Altrimenti, il rischio è quello di scambiare l’ironia con la supponenza e il sarcasmo con il dileggio. Peccato che i nostri soldati non abbiano la fortuna di affrontare il nemico con un microfono in mano, seduti comodamente in uno studio televisivo. Purtroppo, cara Littizzetto, il rispetto per il loro lavoro non dovrebbe essere una questione politica, ma di semplice dignità umana, e la tua battuta rivela solo una miseria culturale travestita da trasgressione.
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