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Migranti, l'Ue segue l'Italia. La musica cambia per le anime belle "à gauche"

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Roberto Arditti
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E adesso come la mettiamo? O meglio, come la mettono le anime belle "à gauche" che tifano per un’Europa in grado di "armarsi di più” (sembra Battisti), di fronte alle parole durissime che Ursula von der Leyen mette nella sua lettera ufficiale che precede il vertice UE del 20 marzo? Stiamo parlando di migranti. Allora vanno lette con calma olimpica queste parole, perché pesano come pietre: «Stiamo aprendo la possibilità agli Stati membri di istituire hub di rimpatrio in Paesi terzi. Questa è stata una parte importante della nostra discussione su soluzioni innovative per contrastare vigorosamente l’immigrazione illegale, agendo in cooperazione con i Paesi partner e assicurando che i diritti fondamentali degli individui interessati siano garantiti in linea con il diritto internazionale».

 

 

 

E allora? Ci rendiamo conto che questa è esattamente la soluzione che sta costruendo l’Italia con il suo governo in Albania, contrastata da alcune sentenze e da una sinistra che si ostina a non capire che i flussi migratori illegali sono moderno strumento di guerra nelle mani di chi vuole dominarci (sì, è proprio così, senza nessuna esagerazione, perché questo dice e scrive l’Islam radicale) o, nella migliore delle ipotesi condizionarci pesantemente? Dovrebbero capirlo una volta per tutte i vanagloriosi contestatori della soluzione (parziale) albanese: non solo è la strada giusta, ma a breve ha ottime possibilità di diventare quella ufficiale di tutta l’Europa, propugnata dalla Presidente che gode del pieno sostegno del Partito Socialista Europeo (tra l’altro).

 

 

 

Attenzione però, perché non è mica finita qui. Leggiamo come si deve anche un altro passaggio della lettera, dove si parla di «Un elemento chiave del Patto di migrazione e asilo che ci consente di semplificare le procedure di asilo è l’uso di concetti di Paesi sicuri. La Commissione sta attualmente preparando un elenco Ue di Paesi di origine sicuri (...) A tal fine, stiamo attingendo a un’analisi dell’Agenzia dell’Ue per l’asilo e ad altre fonti di informazioni disponibili per valutare una prima selezione di Paesi scelti in base a criteri oggettivi, come bassi tassi di riconoscimento dell’asilo. La nostra intenzione è di presentare una proposta per un primo elenco Ue di paesi di origine sicuri nelle prossime settimane. Una volta adottato dal Parlamento europeo e dal Consiglio, questo elenco sarà dinamico e potrà essere ulteriormente ampliato o rivisto nel tempo». Cosa vuol dire qui la Presidente von der Leyen? Sta sostanzialmente dicendo a tutti i Paesi membri che presto ci sarà una revisione profonda dell’elenco dei "Paesi sicuri", nei quali i rimpatri diventano ampiamente possibili. Toc, toc! È Bruxelles che bussa alla porta delle anime belle amiche di tutti, a cominciare dai clandestini. La musica inizia a cambiare: si chiama buona notizia.

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