
Quale Europa vuole questa piazza?

Prima quelle dedicate agli ululati al fascismo, poi quelle di fatto a favore di Hamas, quindi quelle contro i Carabinieri che avevano inseguito Ramy, giovane sfortunato ucciso dalla condotta folle e criminale del suo amico che guidava lo scooter, ora quelle che come unico comune denominatore trasudano risentimento verso Donald Trump, reo anzitutto di non essere un Dem, e poi di imporci l’occasione di maturare e pensare a come cambiare un’Europa del tutto inadeguata allo scopo e al mondo di oggi, in cui l’America inventa, la Cina copia, e noi facciamo solo regole liberticide, specie in economia, seguendo il pensierino debole da politicamente corretto. È questa la summa di due anni di manifestazioni di piazza «de sinistra», ultima delle quali sabato scorso a Roma, da un’idea di Michele Serra e Repubblica.

Quei bus solo andata per la sinistra
Sia chiaro, evviva le manifestazioni, anche e soprattutto di chi non la pensa come noi (anche se non è obbligatorio paralizzare mezza città di Roma ogni sabato). Ma svanito il colore di una piazza assai parziale, resta solo la velleità dell’iniziativa e dei suoi protagonisti: «Cosa si propone? Che Europa si vuole?». Nessuna risposta. Ose c’è, è anacronistica e contraddittoria. Non è chiaro se si vada in piazza a difendere l’Europa inadeguata di oggi, o per chiedere quel salto di qualità che noi europeisti pretendiamo proprio per dare forma piena a un grande disegno capace di emancipare tutti grazie a maggior sicurezza, libertà e concorrenza. Si va in piazza a chiedere di mettere i fiori nei cannoni, o a dire che fiori e libertà vanno difesi da chiunque un domani possa anche solo in ipotesi pensarsi come un pericolo, perché senza sicurezza non v’è libertà?

Video su questo argomento
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Bellissimi ma pochissimi i giovani avvolti in bandiere europee, poi però scorri la galleria e trovi i volti di chi rappresenta il problema di questa Italia in questa Europa, e dunque non può per definizione essere soluzione: sindacati novecenteschi, utili solo a chi li guida, che frenano lo sviluppo italiano e l’emancipazione di chi nasce indietro ma vuol crescere; radical chic vari per i quali le armi sono volgari ma che non si sa come vogliano difendere la libertà, unici disarmati in un mondo armato fino ai denti per mostrare deterrenza, cioè il fattore su cui si regge la pace che si invoca altrimenti a mo’ di capriccio; attori e comici che dubito conoscano anche solo i confini del Continente che non cresce da vent’anni e si scopre indeciso a tutto; scrittori che inseguono solo la loro inutile, irrilevante e pallosissima vanità; infine partiti da mal di testa come il Pd che in Europa si spacca sul voto, altri a favore del riarmo come Italia Viva e Azione, a loro volta accanto a gente che invoca certificazioni antifasciste ma che non si vergogna a dirsi comunista e ritiene che Europa significhi imporre il capriccio dell’auto elettrica da 47mila euro (tanto sono pochi), e si dispiace di averla comprata da Musk ieri eroe, oggi nazista. Ultima spiaggia (a Capalbio e non solo).
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