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Una piazza che spiazza solo Elly

Tommaso Cerno
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Ammetto di non aver capito bene se la piazza del popolo e delle sue élite culturali sia per il riarmo dell’Europa oppure no. Perché a giudicare dalle bandiere e dalla maggioranza di centrosinistra che guida oggi l’Unione ci si dovrebbe aspettare un plauso all’iniziativa della presidente Ursula von der Leyen sul piano che invece ha spaccato in mille pezzi la stessa sinistra che ieri rappresentava tutte quelle divisioni proprio nel cuore di Roma. Ho visto Calenda che di armi ne vorrebbe perfino di più, ho visto Fratoianni che non ne vuole sentire parlare e ho ascoltato Zingaretti, che si è astenuto all’Europarlamento, beccarsi le critiche di quel Pd che voleva votare sì.

 

Logica vorrebbe che per fare piena una piazza oggi l’importante è non spiegare perché ci si va, che è un po’ quello che con saggezza antica ha fatto Michele Serra, lasciando intendere che per starci bene bastava avercela con Donald Trump. Con un effetto deflagrante per Elly Schlein, la cui vaghezza, o come direbbe Prodi impreparazione, aleggiava sotto il Pincio molto più dell’assenza politica premeditata di un Giuseppe Conte che dopo il Grillo gate sembra avere scelto la strada della corsa solitaria.

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