
Cerno: il Moviola Gentiloni e la Schlein in offside

L’ha detto perfino Paolo Gentiloni, ex premier, ex commissario europeo, moderato fra i moderati del Pd, che se a dare la sveglia all’Europa che per cinque anni Ursula von der Leyen, con lui commissario, ha portato fuori strada è servito Donald Trump, non possiamo che andare avanti verso una grande trasformazione. Consideriamo che questo concetto è alla base del programma di governo del centrodestra italiano e non da oggi e che quando lo dice Giorgia Meloni si prende della fascista, sovranista, nazionalista, antieuropeista. Non deve essere un caso che il soprannome di Gentiloni, fra i suoi critici, fosse «Il Moviola» per i passi felpati. Stavolta ci azzecca. Perché parlava a Elly Schlein, la sua segretaria, quella del no a Trump e del no a Ursula. Una posizione che appunto nel calcio si chiama fuorigioco, e spesso viene colta dalla moviola, quando si vede che una fuga in avanti (verso un’idea progressista teorica) sta fuori dalle regole del gioco. E così Giuseppe Conte non detta la linea agli ex grillini, ma per dirla con Gentiloni e con i riformisti che sempre più numerosi lo seguono, la detta agli ex piddini. I suoi.

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