
Trump, Giorgia e quel detto: "Ride bene...". L'editoriale di Tommaso Cerno

Che diamine potrà mai c’entrare il nostro Landini vestito da frate con Trump, i dazi, Zelensky e il suo dietrofront e perfino con il Canale di Panama e le grandi risate che ci siamo fatti in Europa quando Donald ridipingeva le sue cartine cambiando nomi e bandiere? Una risposta è questa: c’è l’Europa delle chiacchiere, delle polemiche, dello scontro perenne fra destra e sinistra. E c’è l’America, con la Cina e direi anche con la Russia, che si occupano di fatti. Ed ecco che mentre il leader della Cgil rilancia la sua rivolta sociale, moltiplica gli scioperi del weekend, ferma i treni, tiene a terra gli aerei, agita i metalmeccanici, i dati Istat sul lavoro segnano un record italiano.

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E così, allo stesso modo, mentre noi ci commuoviamo nella retorica tra invasi e invasori, sacrosanta ma del tutto eterea rispetto alla contingenza della guerra che continua, il nostro Trump apre davvero la guerra dei dazi e riposiziona l’America in Medio Oriente (ieri un B52 sorvolava l’Egitto mentre venivano stesi gli accordi con Gaza). E mentre noi ridiamo, in poco più di un mese la Cina vende davvero Panama a BlackRock. Non sarà che ride bene chi...
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