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La superficialità della sinistra a liquidare Afd

Roberto Arditti
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Con brutale superficialità tutta la sinistra europea (quella italiana compresa) liquida il successo di Afd, mettendoli tutti in camicia nera con svastiche d’ordinanza, pronti a mettere gli ebrei nei forni (ebrei che nel frattempo sono diventati molto antipatici proprio alla sinistra e simpatici alla destra, ma guarda un po’). Allora bisogna dirlo chiaro e forte: questa semplificazione non è solo insensata, è anche disastrosa per il decente funzionamento della democrazia tedesca. Intanto le proporzioni: solo una persona in assoluta malafede può pensare che oltre dieci milioni di tedeschi sono nel 2025 seguaci di Hitler e della sua ideologia selvaggia ed omicida.

Poi ci sono le analisi del voto, che dimostrano come la destra tedesca ha raccolto consensi vastissimi nelle nuove generazioni e nei quarantenni, cioè tutte persone nate dopo il 1980: altro che nostalgici ottuagenari. Infine c’è un’evidente volontà di rimozione, per mettere da parte, facendo finta di non vederle, le ragioni imponenti di una sconfitta che ha radici profonde, legate a politiche di immigrazione invise a gran parte della popolazione e utili solo al grande capitale, a un approccio sui temi della sostenibilità sostanzialmente suicida per gran parte della piccola media industria, a una esaltazione di globalizzazione e cultura «woke» che finiscono per dividere anziché unire.

Non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire, questa è la condizione della sinistra nostrana ed anche di quella continentale. Non volendo fare i conti con i problemi di casa propria, si preferisce «mostrificare» l'avversario, liquidandolo così una volta per tutte. La realtà invece è maledettamente più complessa. Il clamoroso voto a destra in Germania è figlio di più fattori, che vanno dal bisogno dell'uomo forte (compatibile con la democrazia, va detto e sottolineato non una ma 100 volte) alla rabbia un po' qualunquista che ben conosciamo anche in Italia (M5S, do you remember?). Ora il leader dei popolari Merz si appresta ad una trattativa con i veri sconfitti delle elezioni, cioè i socialisti. Lo fa senza nemmeno avere aperto un tavolo di confronto con questa destra, piena di voti (ma anche di contraddizioni, perché diverse prese di posizione dei suoi esponenti vanno criticate senza se e senza ma) nonché prima forza in quella che una volta era la Germania est. Però Merz dovrà governare anche per conto di quei 10 milioni di tedeschi che hanno votato Afd: si illude se pensa di poterlo fare schifandoli completamente.

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