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E ora non ditelo a Landini

Tommaso Cerno
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Dopo il flop del testimonial per eccellenza di questa legislatura d’opposizione, Benito Mussolini, la giustizia - come ci aveva scritto in una illuminante mail pubblicata da Il Tempo qualche settimana fa il giudice Patarnello - è la soluzione. La formula magica e un po’ eversiva per far sembrare unito il campo largo. Già sperimentata per oltre trent’anni con Berlusconi, Pd e 5S la riportano al centro dello scontro politico con la scusa della riforma Nordio. E così mentre si chiedono le dimissioni di Delmastro, condannato per avere rivelato cose arcinote a chiunque non sia un fesso in questo Paese, ma cose che gettavano una brutta ombra sul Pd, l’ultima trovata anti Meloni è quella che raccontiamo oggi, lo sciopero dei giudici che rischia il flop e la stravagante idea di farlo senza farlo, con lo stipendio pieno e la statistica che dà la vittoria all’Anm.

 

 

Il Tempo ha scoperto che molte defezioni inviate per iscritto ai vertici del sindacato dei magistrati hanno creato il panico dentro le toghe rosse. E così se tu sei un giudice potrai lavorare durante lo sciopero con la scusa delle urgenze (nel Paese dove un processo dura in media 7 anni, fa quasi ridere), prenderti lo stipendio ma risultare scioperante. Non ditelo a Landini.

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