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Cari leader, un consiglio: lasciate fare a Trump e all'America

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Roberto Arditti
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Ma non era meglio stare a casa e cavarsela con qualche telefonata? Il summit di ieri all’Eliseo entrerà nella storia non per la sua inutilità (che era ampiamente prevedibile) ma per il danno che ha provocato e che si può descrivere in poche parole (due per la precisione): caos totale. Allora, proviamo a riassumere. Macron convoca tutti con lo scopo ben evidente di far vedere che il boccino ce l’ha lui, Presidente (impopolare) dell’unica potenza nucleare dell’Unione Europea. Starmer dice e fa scrivere che la Gran Bretagna è pronta al dispiegamento di truppe inglesi in Ucraina per contrastare i russi. Scholz (Cancelliere ancora per poco) afferma che non è tempo di parlare di soldati tedeschi in territorio russo, seguito a ruota dal suo ministro delle Finanze che nega l’opportunità di allentare il patto di stabilità per favorire investimenti europei in difesa e sicurezza. Meloni va a Parigi controvoglia (come darle torto) e in ritardo. Tusk fa il vago sull’impiego diretto in Ucraina di militari polacchi, ma in compenso chiede il coinvolgimento di Zelensky in tutti i colloqui di pace, cioè esattamente il contrario di quello che americani e russi iniziano a fare oggi con l’ospitalità (e benedizione politica) del più importante Paese islamico, cioè l’Arabia Saudita.

 

 

Von der Leyen perde la sua proverbiale parlantina e prende atto che non ha niente da dire, anche perché c’è una guerra in corso e lei non ha un esercito, nemmeno piccolo. Allora qui non si tratta di remare contro l’Europa, come pensano gli stolti mandarini di Bruxelles o i tifosi di una Ue che da anni a questa parte rimedia quasi soltanto figuracce. Qui si tratta di capire se una delle tre potenze economiche del mondo (tutta insieme naturalmente, le altre sono Usa e Cina) è in grado di giocare un ruolo nei difficili marosi in cui tocca navigare in questo nuovo secolo globale. Ma se l’aria che tira è quella di ieri a Parigi conviene smetterla di giocare a Risiko e lasciare agli adulti i tentativi per aggiustare le cose. Abbiamo giustamente sostenuto l’Ucraina nell'opporsi ad una invasione insensata. Dopo però abbiamo totalmente perso il filo politico della vicenda, non riuscendo a capire che la pace si può (forse) costruire solo parlando con Putin, a cui dovranno essere fatte concessioni (limitate) visto che non è stato possibile imboccare l’unica strada alternativa, cioè sconfiggerlo militarmente in guerra ricacciando le sue truppe fuori dai confini ucraini. La nuova amministrazione americana in meno di un mese fa sedere allo stesso tavolo Rubio e Lavrov, cioè fa quello che l’Europa avrebbe dovuto fare sin dall’autunno del 2022. Vedremo dove arriveranno gli americani, perché la situazione è tutt’altro che semplice da mettere a posto. Però, in tutta franchezza, è meglio se lasciamo fare a loro. Adeguiamoci, quasi certamente ci conviene.

 

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