
Supermario e il videogame della sinistra

Che un’Europa che sarebbe pronta a far durare all’infinito una guerra pur di non ammettere di non essere stata capace da sola di impedirla o di risolverla non avrebbe bisogno di cantori per dirci che la strada degli ultimi dieci anni ci ha portati all’orlo di un burrone. Ma pensare che a farlo sia Mario Draghi ci fa capire quante bugie ci sono state raccontate da chi quest’Europa l’ha governata fino ad oggi. Un po’ come Benigni a Sanremo, il paladino della sinistra agitato senza titolo come alternativa europeista al governo di centrodestra uscito dalle urne ha mandato in tilt i progressisti.

"Eurofollie" a sinistra: torna la patrimoniale. E su Supermario tutti zitti
Benigni ha fatto ridere e ha mostrato come si critica senza odio e Supermario ha fatto riflettere e ha dimostrato come si sbaglia senza ammetterlo. E pensare che mentre il banchiere più famoso del mondo, quello del «Whatever it takes», parlava di un’Europa politica, più simile al modello americano che alle segrete stanze di Berlino e Parigi, la sinistra nostrana rispolverava dal ripostiglio del Novecento, il Commodore 64 e i suoi videogame, a partire dalla patrimoniale e scagliandosi contro Trump col ritornello dei dazi.
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