
Quel fine vita del buonsenso

Premesso che penso che lo Stato non deve interferire sul dolore privato, che la legge deve lasciarmi libero di decidere se voglio vivere come un vegetale oppure no, e io non vorrei, così come mi battei perché chi invece vuole resistere in eterno attaccato alle macchine lo possa fare (a differenza della Gran Bretagna, ad esempio), non suicidiamo il buonsenso.

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Anche se, personalmente, non solo non condanno il suicidio assistito ma nemmeno il suicidio in generale, credo che ci sia l'urgenza di discutere su una questione di metodo: è possibile che in Italia, se un consiglio regionale vota il terzo mandato, si finisca alla Corte costituzionale mentre una regione italiana, in un pomeriggio umido di metà febbraio, quando a Sanremo si delira sull'antifascismo, faccia una legge sul suicidio assistito?

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Così da dirci che a Livorno si può, ma non nelle Cinque terre. A Capalbio sì, ma a Pescia Romana no. Non è forse questo un suicidio assistito del buonsenso? Non ci dice forse che la Toscana, che - ripeto - se domani fossi messo male mi farebbe un gran comodo, non può essere autonomista sul fine vita ma non sul fine legislatura?
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