
Albania, avanti miei Prodi clandestini

Prepariamoci. Questa volta non ce l’hanno detto i magistrati, respingendo gli ultimi 43 clandestini trasferiti in sicurezza dalla nostra Marina in Albania anziché crepare in mano ai delinquenti che foraggiano il mercato dell'immigrazione nel Mediterraneo che in Italia è vietato difendere la legalità e i confini. Ce l’aveva anticipato in diretta tv Romano Prodi. Con il suo fare apparentemente bonario aveva proposto, a mo’ di battuta, quello che invece è da anni il progetto della sinistra su chi sono stati investiti miliardi di euro degli italiani: riempire il Sud di immigrati, foraggiando cooperative e tanti piccoli Soumahoro.

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Prodi ha pronunciato la formula magica: «Perché non in Calabria?». E il punto è proprio questo. Il governo Meloni ha aperto la strada a un primo ingresso extra Ile per scoraggiare il mercato del crimine e il business delle coop e delle Ong spiegando all’Africa che non basta partire per arrivare in Europa. Quello che stanno valutando altri Paesi come Germania e Inghilterra. È per questo che in Calabria un centro come quello albanese non solo non serve ma fa l’effetto opposto: attirare milioni di persone. Il contrario di quello che vogliono gli italiani e che siamo in grado di sostenere.
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