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La Terra dei Fuochi e la discarica di Scholz e Macron

Tommaso Cerno
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C’è solo una buona notizia in questo strampalato attacco in zona Cesarini che l’Europa ha messo in piedi contro il governo italiano, reo di aver mostrato il primato della politica e l’asse con gli Stati Uniti d’America, che per la maggioranza Sinistra-Verdi di Bruxelles vale solo con i presidenti democratici. E cioè che dopo aver perso anni a favorire le lobby cinesi per convincerci che il nostro scaldabagno avrebbe distrutto il mondo e che serviva svendere la nostra produzione industriale per salvare il pianeta dal petrolio, qualcuno ha detto basta, alla faccia di Scholz e Macron che se vogliono fare un gesto ambientalmente compatibile devono solo trovare la discarica più adatta dove smaltire i cocci dei loro governi.

 

 

 

E così le varie corti internazionali costellate di magistrati pieni di conflitti d’interessi scoprono improvvisamente la Terra dei Fuochi, denunciata più di vent’anni fa e rimasta intatta durante il ventennio del centrosinistra italiano. Con la complicità degli amministratori locali. E questo poche ore dopo il tentativo di scaricare all’Italia il fardello degli interessi libici, che Berlino e Bruxelles gestiscono da anni nel silenzio.

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