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Meloni indagata, questa volta il modello Silvio è un boomerang

Tommaso Cerno
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Ci mancava l’avviso di garanzia, che poi non è un avviso di garanzia, che poi è un atto dovuto, che poi non nasconde intenti politici, che poi alla fine serve solo a creare un grande polverone mediatico, per tornare a respirare l’eterno golpe fallito contro Silvio Berlusconi. Ce l’aveva anticipato il giudice Patarnello nella sua famosa mail che definiva pericolosa Giorgia Meloni. Ci aveva detto che i migranti sono l’argomento preferito dei magistrati per provare a destabilizzare l’unico governo che cerca di rimandarli a casa loro anziché lasciarli a bivaccare nelle periferie e nei centro storici delle nostre città. E così è ricomparso dalla preistoria della sinistra l’ex sottosegretario di Romano Prodi, l’avvocato Luigi Li Gotti, che qualche giorno fa aveva annunciato alle agenzie un esposto contro la premier, i ministri Piantedosi e Nordio e il sottosegretario Mantovano.

 

 

Come una nemesi, nel giorno delle elezioni del sindacato dei magistrati, è arrivata la comunicazione obbligatoria di indagine ai membri del governo. Ma anche una grande pernacchia dal Paese, stanco di questo film, che trasformerà questo esposto in un boomerang.

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