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Cerno: c'è un po' di Caivano in Sardegna

Tommaso Cerno
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Quelli che ci hanno predicato legalità e che hanno apostrofato la burocrazia del Palazzo come una scatoletta di tonno da scoperchiare si presentano alle elezioni fuori dalla legge, senza rendiconti, e ora pretendono pure di tenersi la poltrona di governatore. Elly Schlein può fare l’incazzata quanto le pare, tanto dovrà chinare il capo a Giuseppe Conte e votare perché Alessandra Todde resti al suo posto in Sardegna. Anche se nessun caso in Italia è mai finito così. 

 

 

Questa doppia morale è ormai la regola e lo si è visto plasticamente ieri a Caivano. Quando Sergio Mattarella si è presentato alla Messa di quel don Patriciello, che contro la camorra ci combatte davvero e non solo per vendere libri e fare i milioni, e che era stato insultato dalla sinistra perché si era permesso di parlare bene di Giorgia Meloni e del suo governo che dopo decenni ripuliva il Parco Verde dalla feccia mafiosa. Sono certo che Roberto Saviano farà finta di non vedere, che l’intellighenzia di sinistra scivolerà oltre e che presto ci verranno a dire che loro sono contro i condoni (a parte i loro) e che il governo aiuta la mafia (perché Saviano piange se non viene invitato a un festival).

 

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