Todde, dopo Grillo i 5 Stelle rinnegano pure la legge
La Presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde ha tutto il diritto di usare ogni strumento di legge per trovare un modo per ribaltare la decisione del Collegio di Garanzia presso la Corte d’Appello che ne ha stabilito la decadenza da consigliere regionale (e quindi da Presidente), come ad esempio ricorre al Tribunale. Ma ci sono tre cose che la medesima Presidente non può fare (e con lei la sua maggioranza, compresi i leader nazionali Giuseppe Conte ed Elly Schlein). La prima si rende evidente ascoltando proprio la reazione della Presidente Todde che dice: «Non sento alcuna spada di Damocle sulla testa, ho la piena legittimazione di continuare a lavorare per i sardi e così farò. Non sarà difficile perché noi siamo stati eletti per servire i sardi, e questo faremo con motivazione in attesa di decisioni definitive». No, le cose non stanno così, men che meno per un’eletta del M5S. Quella legittimazione è come minimo seriamente incrinata, perché un organismo indipendente (nonché istituzionale) ha deciso per la decadenza. Quindi dire che non è cambiato niente è, francamente, inaccettabile.
Le provano Todde. Ecco come Schlein e Conte cercano di tenersi la Sardegna
La seconda cosa che Todde non può fare è aderire alla tesi del suo assessore Desirè Manca, che dice così: «Evidentemente dà fastidio chi mina dalle fondamenta un sistema di potere e controllo rodato, siamo quel sassolino che inceppa il meccanismo. Purtroppo per loro il sassolino si sta già trasformando in macigno, in una fortezza che menzogne, trame di palazzo e fantasiose iniziative non possono scalfire. La battaglia è appena iniziata – conclude - e noi siamo pronti, non abbiamo paura». Cioè, secondo Manca, il Collegio della Corte d’Appello agisce a tutela di un sistema di potere «rodato e consolidato»? Tesi semplicemente inaccettabile, non c’è molto da aggiungere.
Se la Sardegna di Todde diventa un altro caso Albania
Vengo ora al terzo punto. Basandomi sulle parole del prof. Stefano Ceccanti (intervistato da La Nuova Sardegna) credo di avere capito che il Consiglio Regionale può votare negando validità alla decisione del Collegio di Garanzia. Allora bisogna dirlo chiaro e forte: il ribaltamento della decisione di un collegio indipendente attraverso un voto politico è la negazione più totale, assoluta, clamorosa di quanto il Movimento 5 Stelle afferma da quindici anni a questa parte. No, questo Conte e Schlein non devono consentirlo. Perché tutto ha un limite, perché la coerenza (ancorché minima) non è ancora spazzatura, perché chi vuole stabilire la supremazia della politica sulle decisioni amministrative deve avere il coraggio di dirlo e di farlo valere sempre e comunque. Ma allora si chiama Prima Repubblica (che non era niente male, in verità).