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Sardegna, Todde e la morale filu 'e ferru

Tommaso Cerno

È decaduto il modello Sardegna. Il Collegio di garanzia, che verifica le carte di tutti gli eletti, ha rilevato l’illegittimità. Significa che se Alessandra Todde, governatore sarda che doveva rilanciare il campo largo e sbaragliare il governo Meloni con una manciata di voti pescati a Cagliari fosse una cristiana qualunque, sarebbe a casa. E con lei tutto il Consiglio regionale della Sardegna. E con lui i sogni di gloria che già la rielezione di Marsilio in Abruzzo avevano spento. Eppure sappiamo che non finirà così. Perché come sempre in politica c’è la scappatoia.

 

 

Sulla fine della Todde deciderà il Consiglio regionale, cioè la maggioranza Pd-Cinquestelle che l’aveva scelta. E come il celebre filu ’e ferru, le spoglie politiche della governatrice decaduta verranno tirate fuori dalle sabbie dove sono finite, perché il popolo è sovrano e perché quasi certamente - ci racconterà la sinistra- quella decisione va ribaltata, non è giusta, è politica. L’unica cosa che speriamo tutti è di non sentire più parlare di condoni quando li fanno gli altri, di blitz quando vota il Parlamento, di autoritarismo quando decide il Palazzo. Perché questa è la solita doppia morale.