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L'Alba...nia di un nuovo anno

Tommaso Cerno

Siamo all’alba, anzi verrebbe da dire all’Albania, di un nuovo anno. Non solo perché oggi è l’ultimo giorno del 2024 e da domani, festeggiato e mangiato e bevuto al Veglione, sarà il 2025, ma perché queste feste, per chi scrive un po’ noiose, ci portano due novità. La prima è che finalmente tutti hanno chiaro che per frequentare l’Islam bisogna diventare come loro. Cecilia Sala è stata arrestata per aver violato i dettami di Maometto, altrimenti detti la legge islamica, la stessa visione teocratica della società che le comunità musulmane professano in Occidente, dove invece lo Stato laico e liberale prevede che la mia libertà valga tanto quanto la tua.

 

 

 

Il silenzio della sinistra, interrotto dal penultimatum dei cattolici del Pd esausti del posizionamento politico di Elly Schlein ci avverte che nel 2025 qualcosa per forza dovrà cambiare in Europa se non vogliamo soccombere e trovarci a fare il Natale rivolti alla Mecca. E arriva la sentenza della Cassazione a dirci che per fortuna l’Italia è ancora uno Stato nazionale, dove spetta al governo decidere le politiche contro l’immigrazione clandestina e non ad altri. Fino a immaginare che l’anno che comincia segnerà la svolta per le politiche migratorie non solo dell’Italia ma anche dell’Europa di Ursula.