Se a Milano si scippa ma non si fuma
Benvenuti a Milano, la città dove si può scippare ma non si può più fumare. La rivoluzione del sindaco «sala e tabacchi» prevede che il meticoloso milanese doc, celebre per la precisione e l’educazione, tenga spenta la sigaretta all’aria aperta (la più inquinata d’italia) e sia in grado, nel caso accendesse, di delimitare una zona di dieci metri attorno al suo corpo sgombra di altri esseri umani. Tale modello farebbe meglio il sindaco Sala e tabacchi ad applicarlo contro gli scippatori. Perché siamo arrivati al colmo di una città dove è consentito, anzi favorito, il furto ai danni di cittadini e turisti a passeggio ma è punito severamente il tabagista che magari sfida la pioggia dell’inverno.
Divieto di fumo all'aperto, l'ultima crociata della sinistra: "Dopo Milano in tutta Italia"
Un primo cittadino che governa su Corvetto, dove ormai i delinquenti la fanno da padroni e sotto indagine finiscono i poliziotti, ha come suo problema due boccate di tabacco da una pipa alla Sherlock Holmes, sempre che non immagini i poveri «ghisa» all’inseguimento di un fumatore che, per inesperienza, si è avvicinato a nove metri da un marocchino che spacciava crack. Vi do un consiglio: se vi trovate minacciati da qualcuno dei tanti figuri che popolano le notti milanesi, accendetevi una sigaretta. Qualcuno interverrà. Ovviamente per multare voi.