A Natale siamo tutti più fessi
Non ci è bastato nemmeno l’islamista sciita lanciato a bomba contro una folla di innocenti in un mercatino di Natale per unirci almeno nel silenzio di chi prende atto che nelle democrazie qualcosa non va. Dobbiamo litigare per forza perfino su un terrorista che uccide innocenti e ferisce bambini. E affibbiargli una storia politica liberale e occidentale che né gli appartiene né avrebbe potuto appartenergli mai.
Oggi a Roma Papa Francesco aprirà la prima Porta Santa, quella di San Pietro. E la nostra città diventerà per un anno e dodici giorni, come da tradizione cattolica, la Capitale mondiale della cristianità.
Ho fatto il chierichetto e il boy scout poi ho smesso di credere in Dio, salvo qualche rigurgito quando mi comoda, ma sento il 2025 come il grande momento della verità interiore di chi vive questa parte del mondo. Allarme terrorismo a parte, dobbiamo capire se siamo davvero in grado di essere la democrazia più aperta della storia dell’uomo senza che questo vada a scapito del nostro buonsenso, della sicurezza e della logica. Altrimenti cambiamo il proverbio: a Natale siamo tutti più fessi.