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Sciopero, guerra e migranti: le ragioni assurde dei sindacati

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Roberto Arditti
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Attenzione perché qui siamo nella metafisica pura, lontano anni luce dal pianeta terra, dalla realtà e dal buon senso. Oggi milioni di italiani subiranno le conseguenze di uno sciopero generale che riguarda il settore dei trasporti: fatto incontrovertibile. Le motivazioni che conducono i sindacati Usb e Al Cobas alla proclamazione dello sciopero sono contenute in un documento ufficiale e sono ventidue: si, proprio ventidue. Detto documento è prova inoppugnabile di un’agitazione sindacale tutta centrata su questioni politiche, figlia di una volontà tipica di un partito e poco o nulla sensata per un’organizzazione a difesa dei lavoratori.

 

 

 

Chi ne dubita legga qui di seguito. Motivazione 1 dello sciopero: «Contro la politica economica del Governo Meloni esplicitata nella manovra economica per il 2025». Olè: la trasformazione da sindacato in partito è compiuta. Motivazione 2: «Contro il crescente coinvolgimento dell’Italia nei teatri di guerra tanto ad est quanto nel sostegno algenocida governo israeliano». Siamo al sindacato che fa pure il Ministro degli Esteri, il Segretario dell’Onu e, tanto per gradire, l’odiatore d’Israele. Motivazione 3: «Contro i progetti di riforma autoritaria dello stato, premierato e autonomia differenziata». Ecco dunque il sindacato sbucare dalla torta in veste di dotto costituzionalista.

 

 

Motivazione 6: «Per una vera politica di difesa e rilancio della Sanità Pubblica». Ineccepibile! Si sciopera nei trasporti perché non va bene la sanità. Motivazione 10: «Contro il cosiddetto decreto Cutro che riporterà nella clandestinità migliaia di lavoratori migranti».
Quindi i treni non partono perché questi signori hanno idee diverse dal governo sulla gestione dei migranti clandestini. Motivazione 13: «Per un tetto ai prezzi dei beni di prima necessità». Siamo alla fantasia più sfrenata, lo sciopero contro l’inflazione. Motivazione 18: «Per il diritto ai servizi pubblici gratuiti e accessibili, all’educazione scolastica, alla sanità e ai trasporti pubblici». Si vabbè, allora pure il diritto a giocare a tennis come Sinner.

 

 

Motivazione 19: «Per il diritto alla casa, un milione di nuove case popolari, il blocco degli sfratti e degli sgomberi». Traduco: chi occupa le case va tutelato ed, anzi, incoraggiato. Motivazione 21: «Contro l’assoggettamento delle istituzioni scolastiche agli interessi delle aziende private e il PCTO (Percorso per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) che introduce la logica dello sfruttamento già dai banchi di scuola». Sfruttamento, si sfruttamento. A scuola. Motivazione 22: «Per la difesa del diritto di sciopero». Cioè si sciopera per poter scioperare. Ci sarebbe da ridere, ma in realtà c’è da piangere. Viva l’Italia che resiste (Francesco De Gregori, 1979). A questa gente qua.

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