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De Raho, ora ci racconti tutta la verità

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Tommaso Cerno
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Si è indignato. Ha accusato i giornali che lo chiamavano in causa. Ha convinto il leader del M5S Giuseppe Conte a rovistare nella spazzatura mediatica per ritirare fuori dal secolo scorso farneticanti accuse alla presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo. Si è autodefinito un «dossierato», ma in questo Paese per fortuna non tutti i magistrati fanno politica.

 

 

 

E così l’ex capo della Direzione nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, colui che non vuole rispondere al Parlamento delle accuse mosse dai suoi ex dipendenti sul fatto che l’ex procuratore oggi parlamentare pentastellato fosse stato messo al corrente dei dossieraggi e delle attività illecite del finanziere Pasquale Striano in servizio presso l’ufficio che lui guidava, risponderà davanti al procuratore di Perugia Raffaele Cantone, titolare dell’inchiesta sugli spioni che sta scoperchiando il traffico di informazioni illecite per influenzare la politica italiana.

 

 

 

Ma se davvero de Raho è solo vittima di questo gioco perverso, era così difficile raccontare al Paese tutta la verità? Invece di trasformare il M5S da paladino delle Procure a paladino dell’insabbiamento delle inchieste? 

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