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Trump piè veloce e quel bradipo di Ursula

Tommaso Cerno
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Siamo un Paese curioso. La grande intellighenzia italiana ci ha fracassato gli zebedei per due mesi spiegandoci che avrebbe vinto Kamala Harris. Il macellaio di fronte casa mia avrebbe votato Trump. Adesso, che ha vinto il macellaio, quella stessa Italia più marziana del marziano Musk sta spiegando al Presidente degli Stati Uniti come dovrebbe fare il governo.

Detto questo, in America si è votato una settimana fa e già il mondo conosce i volti che guideranno gli Usa e sta prendendo le contromisure. A partire da Zelensky che ha deluso ifan progressisti aprendo a Trump. Al netto della risata atlantica che produce questo ennesimo provincialismo all’italiana, allo stesso tempo in Europa abbiamo votato a giugno. Mentre cadono o traballano i governi socialisti di mezza Europa, siamo alle prese con esami e veti contro l’unico Paese di peso dell’Unione che ha un governo stabile. Siamo a carissimo amico nella definizione di una politica estera e di un cambio di rotta sull’economia. Viviamo alla velocità di un bradipo nel mondo dell’intelligenza artificiale.

E il Pd che fa? Mette a rischio l’unica novità politica di questa insulsa Commissione Ursula bis, progettata nei Palazzi e lontana anni luce dai cittadini, non imponendo ai socialisti di votare Raffaele Fitto come vice di von der Leyen. Un errore che pagherà Elly Schlein.

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