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Hotel rifiuta clienti israeliani, da anni si tollera una narrazione bugiarda

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Roberto Arditti
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«Il popolo israeliano in quanto responsabile del genocidio non è gradito cliente nella nostra struttura». Queste le parole usate (con la beffa di firmarsi «staff» nella comunicazione, raro esempio di codardia) dall’hotel Garni Ongaro di Selva di Cadore per rifiutare la prenotazione ad una coppia di cittadini israeliani. Siamo dunque giunti a questo nell’accogliente Italia, patria delle bellezze naturali, archeologiche ed architettoniche da offrire al mondo senza distinzioni.Siamo giunti a questo non solo per la precisa volontà dei titolari dell’albergo, che scelgono la via della semplificazione antisemita mettendo in capo gli orrori della guerra ad un paio di turisti, colpevoli di avere il passaporto israeliano, quindi colpevoli di essere ebrei, quindi colpevoli per il solo fatto di esistere. Siamo giunti a questo perché da anni si tollera (e si incoraggia) una narrazione bugiarda e velenosa spacciandola per analisi politica, una narrazione che vede Israele sul banco degli imputati sempre e comunque. Una narrazione che trova da tempo nelle sinistre europee e nordamericane vaste aree di consenso, capaci di tradursi in agghiaccianti manifestazioni di piazza e disgustose assemblee universitarie, nelle quali ogni margine di dubbio o discussione viene espulso senza esitare: Israele è l’origine e la causa di tutti i mali del Medio Oriente, l’artefice delle sofferenze del popolo palestinese, l’ostacolo ad ogni processo di pace che invece tutti gli altri vorrebbero.

 

 

 

Di fronte a questa brutale (e menzognera) impostazione totalmente ideologica ed incapace di guardare ai fatti con un minimo di realismo, nemmeno l’evidente atteggiamento di nazioni di enorme importanza del mondo mussulmano (Arabia Saudita, Giordania, Emirati Arabi, Egitto, Marocco e così via) che continuano ed anzi intensificano il dialogo con Israele riesce a scalfire il muro delle ipocrite certezze. Hamas è il primo responsabile della tragedia collettiva (che è anche palestinese) iniziata con il massacro del 7 ottobre e nessuno in Medio Oriente vuole stare con quei macellai: ma da noi, Italia compresa, si grida nelle piazze allo Stato palestinese «dal fiume al mare». Hezbollah è il primo responsabile del disastro libanese: ma da noi quel movimento politico-militare ha avuto contatti ad altissimo livello della sinistra. L”Iran è il finanziatore di tutto ciò che vuole distruggere l’Occidente ma per anni il fronte progressista ha corteggiato gli ayatollah: dall’amministrazione Obama innamorata dei Fratelli Mussulmani alle gestione Mogherini della politica estera UE, per non parlare delle frequenti parole di fuoco contro Israele del suo successore Josep Borrell. In nome di un equilibrismo tossico il mondo socialista europeo (ed anche italiano) si è lasciato ammaliare da un “terzomondismo» che impedisce di far funzionare il cervello, bloccando ogni momento critico ed ogni ragionamento strategico, finendo così per innamorarsi di soggetti mossi da una sola ambizione: spazzare via Israele prima e l’Occidente poi dalla faccia della terra. Oggi è la destra a schierarsi dalla parte di Israele e dell’Occidente, in Italia, in Olanda (pochi giorni fa), negli Stati Uniti. Una sinistra solida e avveduta dovrebbe ben domandarsi perché. Ma non ci riesce, nemmeno di fronte alla schifosa comunicazione di un albergo. 

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