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Cerno: non tutti i Trump vengono per nuocere a Conte

Tommaso Cerno
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Cacciato Biden come un Prodi qualunque quando non serviva più, la sinistra americana è affondata sotto la sua stessa retorica. Portando due regali alla democrazia: la vittoria di chi ha preso più voti, cosa ormai non scontata in Occidente, basta guardare il papocchio ideato da Emmanuel Macron per tirare a campare ancora qualche mese. E la prova che il popolo è l’unico giudice che conta, anche questo non scontato soprattutto nell’Italia dove ormai le toghe rosse ci avvertono che se le sentenze non saranno come dicono loro c’è un problema.

 

 

Ed è in questo bivio che si perderà definitivamente il campo largo sognato da Elly Schlein. Perché mentre il Pd farà fatica a uscire dalle sabbie mobili del woke, Giuseppe Conte è un animale che ha fiuto. E così come comprese due anni fa che l’unica collocazione politica che gli avrebbe consentito di sopravvivere stava a sinistra di Letta, aggrappato come a una liana al Reddito di cittadinanza, ha capito mercoledì mattina che non tutti i Trump vengono per nuocere. E se il Donald più sceriffo ancora lo imbarazza, il presidente Usa che incontrò da premier e che come il M5S vuole fermare la guerra in Ucraina e Medio Oriente lo attrae parecchio. E così la guerra, quella politica, si sposta al Nazareno.

 

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