il commento del vice-direttore

Gallicola: a Napoli si spara ma il Palazzo pensa alla poltrona

Alessio Gallicola

Nelle strade di Napoli si continua a sparare. Un copione che si ripete, con insopportabile puntualità, da decenni senza che si sia riusciti a trovare una strada per interrompere la mattanza di corpi sempre più giovani consegnati ad una tragica fine. L’ultimo a rimetterci la pelle è Arcangelo, 18 anni appena compiuti, raggiunto alla testa da un colpo di pistola. Alle 5 del mattino, in zona Tribunali, pieno cuore pulsante di una città che racconta al mondo, attraverso le sue istituzioni, di essere cambiata. Di non essere più la stessa. Quella «Napoli violenta» raccontata da Umberto Lenzi negli anni Settanta e rimasta nell’immaginario collettivo come l’esempio di un viaggio da evitare, o magari da affrontare con elmetto e corazza per difendersi dagli scugnizzi che ti rubano il portafoglio con il sorriso. Niente di tutto questo nella Napoli 2.0, quella della stazione della metropolitana più bella d’Europa e delle start up che fioriscono nel quartiere simbolo del degrado e della criminalità.

 

 

Quella che le analisi dei tour operator internazionali indicano come la città che ha fatto registrare il maggiore incremento di turisti nell’ultimo decennio. Dove i Quartieri Spagnoli, il Pallonetto, la Sanità sono passati dall’essere aree off limits a obiettivi imperdibili di visitatori desiderosi di un «tour esperienziale» nei luoghi dei film e delle fiction di grido. Eppure un altro ragazzo ci ha rimesso la pelle, in quel cuore storico di Napoli. E siamo a tre in due settimane. Poco importa che a sparare non sia stato un killer ma l’imperizia, o la sfiga, di un gioco pericoloso finito male. Una «scarrellata» alla pistola dalla quale è partito un maledetto colpo, così dicono gli inquirenti nelle prime battute dell’indagine. Che racconta pericolosi intrecci e parentele buone ad alimentare le analisi di sociologi dell’ultima ora.

 

 

Angelo era cugino di Luigi Caiafa, il 17enne ucciso nel 2020 da un poliziotto durante una rapina. Che stava compiendo ai danni di due turisti in pieno centro in compagnia di Ciro De Tommaso, 18 anni, figlio di Gennaro De Tommaso, passato alla storia come «Genny 'a carogna». E qualche mese più tardi aveva perso la vita in un agguato anche il padre del giovane rapinatore, Ciro Caiafa, 40 anni. Ambienti dove alberga la pericolosità sociale, diranno. Sì ma è un fatto che a Napoli la sicurezza è tornata ad essere al centro dell’attenzione. Di tutti, tranne che del Palazzo. Il Pd, che governa la città e la Regione, è in ben altre faccende affaccendato. Da Santa Lucia De Luca combatte la sua personale battaglia contro Schlein sul terzo mandato. E da Palazzo san Giacomo il sindaco Manfredi tesse la tela per la sua corsa al vertice dell’Anci. In teoria sarebbe l’istituzione responsabile dell’ordine e la sicurezza. In pratica, invece, i suoi hanno subito chiesto al governo di intervenire, innescando il più classico dei rimpalli di responsabilità. Che ci accompagneranno, c’è da giurarci, fino alla prossima tragedia.