il commento

La vecchia Europa e il nuovo Trump che ci costringerà a entrare nel futuro

Roberto Arditti

Il PUS (Partito Unico della Sciocchezza) ha sostenuto fino alle prime ore dell’alba di mercoledì che Kamala Harris poteva vincere, salvo poi arrendersi solo davanti alla valanga di voti per il trio Trump/Musk/Vance. In realtà però erano eloquenti oltre ogni ragionevole dubbio i segnali in favore del tycoon, ma non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire. Smaltita (si fa per dire) la botta, ecco che il PUS torna alla carica con nuovi fantasmi, primo fra tutti quello più facile di tutti: Trump Presidente è una sciagura per l’Italia e per l’Europa. Anche qui la tesi è insostenibile e presuntuosa, essenzialmente perché si basa su un assunto del tutto aleatorio, secondo il quale le scelte della nuova amministrazione americana saranno punitive per le nostre economie (dazi, energia, concorrenza spietata). La realtà è assai diversa e merita un’analisi più seria, che deve partire da un punto fondamentale: l’Europa si deve svegliare e deve smettere di cullarsi nel proprio (residuo) benessere, accettando le sfide del secolo guardandole dritte negli occhi.

 

 

Ecco allora farsi avanti con chiarezza la linea Trump in materia di difesa: non è pensabile che la NATO viva essenzialmente sulle spalle americane, l’Europa deve spendere di più. È un male tutto questo? No, anzi serve all’industria ed alla ricerca (oltre che alla a sicurezza nazionale) ed occorre andare presto ben oltre quel 2 % del PIL che non potrà bastare. Poi c’è un tema fiscale, su cui certamente l’amministrazione interverrà. Ma lo stesso dovremo fare noi (si pensi ai giganti che maneggiano i dati), trovando un equilibrio fra alleati/concorrenti che è certamente possibile, avendo chiaro però che la battaglia va accettata senza piagnistei: nel medio periodo le difficoltà migliorano la performance.

 

 

Passiamo alla tecnologia, dove il ritardo europeo è micidiale (lo dice anche il rapporto di Mario Draghi). Qui è tempo di investimenti colossali, privati e pubblici insieme. Può l’Italia giocare un ruolo importante? Certo, se passa all’attacco, diventando una nazione dove investire conviene in modo strutturale (lo stesso vale per l’intero continente). E che dire dell’energia, con gli USA che potranno incidere con maggior forza sui prezzi di gas e petrolio? Scegliamo la strada del nucleare in modo strategico e nel giro di alcuni anni avremo una solida base produttiva in grado di aiutare famiglie e imprese (insieme alle rinnovabili). Serviranno soldi per fare tutto questo? Ne serviranno una valanga, ragione per cui anche le follie di troppo rigore sui bilanci pubblici andranno (con saggezza) accantonate. Insomma il tornado Donald + Elon è prossimo a scatenarsi, magari anche riportando UK verso l’Europa. Make Europe Great Again. Indovina chi lo dice!