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L'America che (ahimè) non c'è in noi

Tommaso Cerno
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Ci diciamo la democrazia più bella del mondo qui in Europa ma poi siamo tutti inchiodati alla tv a sognare l’America. Non perché ci cambi la vita chi vince, Trump è già stato Presidente e noi stavamo pure meglio di adesso, i democratici stanno governando da quattro anni, anche se a sentire gli italiani Kamala sembra arrivata da Marte l’altro giorno. La guardiamo perché vorremmo essere anche noi una iperdemocrazia, dove puoi muovere tutte le accuse che vuoi al tycoon Donald, ma poi sono gli americani, e solo gli americani, che decidono se entrerà o no alla Casa Bianca.

Mentre noi per un paio di aperitivi su una barca abbiamo fatto dimettere Giovanni Toti tenuto sotto scacco finché non ha smesso di fare politica. La guardiamo perché in America puoi prendere milioni di dollari dai privati, basta che tu lo dica e che tutti sappiano chi ti paga e chi no, in modo da cancellare la corruzione con la forza del buonsenso: se prendo soldi dalla Philip Morris forse farò una legge pro fumo. Ma noi siamo quelli che diamo a Trump del violento perché usa parole forti. E poi scopriamo che dare del «coglione» a un avversario politico è un’allegoria. Molto americana.

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