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I dossier e il Vaffa a Grillo

Tommaso Cerno
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Fa sorridere vedere il nuovo Movimento 5 Stelle degrillizzato difendere a spada tratta il conflitto di interessi di due suoi parlamentari, ex pm dell’Antimafia. E pensare che nel 2013, quando giunse il no all’alleanza con Pierluigi Bersani, che come Elly Schlein in Liguria era arrivato primo ma non aveva vinto, il Fondatore rifletteva sull’ipotesi di un governo con i dem, che poi non partì, per un’unica ragione politica: scrivere una legge sul conflitto d’interessi. Erano gli anni dello streaming, quando il Partito democratico era l’arcinemico e quando il comico genovese si era fatto serio e aveva contaminato la politica con un nuovo modello di comunicazione.

 

 

 

I nemici dei Cinquestelle erano i Palazzi e le poltrone, i luoghi simbolo del politichese che come un virus hanno mutato la natura del Movimento, lottizzandolo e trasformandolo in una copia sfocata del Pd, che tuttavia ha un vantaggio sugli ex grillini: un leader come Schlein, che a differenza di Conte non ha già governato e poi perso le politiche. Ma la nemesi è la difesa di De Raho e Scarpinato, che ci racconta che quella storia è finita. 

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