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Il Pd e la maledizione del perdente di successo

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Tommaso Cerno
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Come una maledizione egizia, il Pd ha eletto (a sua insaputa) il migliore segretario possibile negli anni Venti (del terzo millennio, intendo), Elly Schlein, che tuttavia sta diventando la migliore amica di Meloni, anziché il suo incubo. E questo finché non risolverà il vero problema del Pd, che non è Conte e nemmeno Renzi. Ma proprio il maleficio che aleggia sulle urne dal 2007: da quando è nato, il Pd non ha mai vinto le elezioni, ma ha governato tanto. Berlusconi, scherzando, disse: «Voi vincete solo le primarie, quando fate le elezioni da soli».

Ottimista. Oggi è perfino peggio. Con la scelta di Elly nei gazebo il Pd non vince nemmeno le primarie, che puntavano su Bonaccini. La ragione è che la sinistra non ha mai elaborato il lutto per la morte di Silvio. E, di fatto, costruisce il suo pensiero contro Giorgia Meloni, una specie di campagna elettorale permanente per la destra che finisce per generare una grande aspettativa a sinistra ma un perdente di successo nelle urne. Arrivare primi, insomma, ma non vincere mai. Bersani docet.

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