il commento

Spionaggio e dossier, ecco la chance d’oro per il governo Meloni

Roberto Arditti

Amo molto la versione inglese del nostro “non tutti i mali vengono per nuocere”, Perché ha una dimensione immaginifica più forte: «Every (dark) cloud has a silver lining». Ecco allora che alla terza inchiesta giudiziaria che in pochi mesi scoperchia fatti (molto noti ma poco discussi) di dossier abusivi, spionaggi illegali e intrusioni nelle banche dati pubbliche possiamo dire con assoluta certezza che tutte queste storie (ed anche quelle che ancora non conosciamo) rappresentano un’occasione straordinaria per il governo Meloni, primo governo di destra-centro della Repubblica. L’occasione è tale per vari motivi, ma vale la pena citare solo i principali.

 

 

Innanzitutto il governo può (e deve) indicare agli italiani la reale dimensione del problema e farebbe bene a farlo in Parlamento. Per capirci meglio: siamo di fronte ad alcune informazioni vendute illegalmente o abbiamo davanti uno scenario drammatico con pericoli per la tenuta del sistema democratico ed economico? Rispondere a questa domanda significa esercitare il ruolo fondamentale del governo, cioè dimostrare alla nazione di possedere la capacità di misurare i fenomeni nella loro reale entità. In secondo luogo il governo può (e deve) studiare soluzioni, verosimilmente mettendo in campo anche dolorosi provvedimenti per i funzionari infedeli. Nel fare questo compie un secondo atto fondamentale, cioè quello di dimostrarsi capaci di reagire, di affrontare le situazioni più difficili trovando risposte adeguate.

 

 

Ma c’è un terzo livello di iniziativa a disposizione di Giorgia Meloni e dei suoi ministri, un terzo livello dalle poderose caratteristiche politiche. Se la Repubblica è sotto scacco di organizzazioni varie (dentro e fuori i confini) ecco che allora il governo può chiamare le opposizioni ad una risposta comune di fronte al pericolo, risposta che assumerebbe tutte le caratteristiche proprie di una intesa istituzionale di enorme valore, utile anche per misurare la reale capacità delle opposizioni medesime di mettere da parte gli interessi di partito per convergere su quelli nazionali. L’Italia ha sempre convissuto con attività poco o per nulla lecite in materia di dossier. Chi lo nega o non sa di cosa stiamo parlando o mente consapevolmente. Ma proprio per questo l’occasione è d’oro per il governo: invertire la rotta (non certo eliminare definitivamente il problema) verso un sistema meno inquinato è operazione da libri di storia.