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Sulla magistratura aveva ragione Berlusconi

Tommaso Cerno
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Meloni è «pericolosa». Molto più di Berlusconi. Non cerca «semplicemente un salvacondotto». Vuole cambiare le regole. E a questo va posto rimedio. Non c’è bisogno di schierarsi con la premier italiana. Lo dicono loro, i giudici, da soli. Anzi, lo scrivono nero su bianco le famose toghe rosse. La mail che pubblichiamo è di ieri, a poche ore dalla sentenza di Silvia Albano che ha rispedito in Italia i dodici immigrati appena sbarcati nel centro italiano costruito in Albania. L’ha scritta Marco Patarnello, già vice segretario del Csm e procuratore in Cassazione, toga di Magistratura democratica. Una specie di sinossi del grande disegno contro il governo. Parole che, alla luce di quanto sta accadendo, assumono un tono inquietante.

 

Fa capire perché la magistratura stia sabotando il governo sui migranti. Non per i diritti umani. Non perché il Bangladesh sia un Paese insicuro. Ma perché vuole riformare la Giustizia. Spiega il magistrato ai colleghi di corrente che Silvio Berlusconi era meno pericoloso per le toghe rosse. Perché lui le inchieste ce le aveva. Mentre Meloni no. E’ pulita. Per cui l’unica strada è l’assedio giudiziario. L’unità di intenti. Insomma un piano per abbatterla.

 

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