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Migranti, la pernacchia Ue ai soliti cantori dell'accoglienza

Tommaso Cerno
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Non serviva Pico della Mirandola per capire che l’Europa sui migranti ha fatto un gran casino. Bastava arrivare una volta in treno a Roma e finire nel marasma di disperati e accattoni accampati ovunque. O ascoltare la famosa intercettazione di Salvatore Buzzi: «Con i migranti si guadagna più che con la cocaina». Insomma fare due conti sui miliardi spesi (tanti) e sul risultato ottenuto (poco). Ma al governo c’è Giorgia Meloni, per cui non conta ciò che vediamo ma conta la favola della destra razzista e sovranista. Perché solo la sinistra - che non vince le elezioni dal 2006 - può guidare il Paese, per portarci non si capisce bene in quale Bengodi gender.

 

 

Peccato che stavolta sono arrivate le pernacchie: perché in Europa esiste ancora chi il popolo lo ascolta. E così succede che fior di giornalisti tedeschi sbugiardino i nostri opinionisti dei quartieri alti spiegando che in Germania dei migranti non ne possono più. Succede pure che Ursula von der Leyen sia «attratta» dal modello Meloni in Albania. E con lei mezza Europa. Non quella sovranista e cattiva. Quella che non ha il prosciutto sugli occhi. Sempre che si possa dire ancora prosciutto senza offendere i musulmani.

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