Consulta, l'Italia è solo election day
Ci parleranno della Costituzione. Ci parleranno della terzietà della magistratura. Ci faranno un pistolotto su come Giorgia Meloni da Garbatella non comprenda fino in fondo l’eleganza istituzionale che i nostri padri ci hanno lasciato in eredità. Permettetemi di dirvi con molta franchezza: sono tutte fregnacce. Il Pd ha scelto fino alle elezioni regionali la strategia della contrapposizione ad oltranza. Una scelta legittima che, fra le altre cose, era chiara già dal muro alzato sulle nomine Rai.
Infuria lo scontro sulla Consulta, Donzelli spegne le critiche della sinistra. Ipotesi rinvio
Ha capito Elly Schlein che a lei conviene dire sempre no, non per farsi largo contro Giorgia Meloni ma per fermare l’assalto di Conte, Fratoianni e Bonelli, costretti a inseguirla. E dirà sempre no sino ai nuovi governatori. Questo grande dibattito sulla Consulta rinviatelo a data incerta perché tanto anche se il centrodestra proponesse magistrati definibili «terzi», cioè magistrati rossi che siccome sono rossi sono considerati dai rossi super partes (e penso a Boccassini, a Davigo, a Woodcock), il voto in Aula finirebbe allo stesso modo. Perché questo Parlamento ha deciso di non parlare. Quindi meglio faremmo a chiamarlo Silenziamento.