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Cerno: la sinistra e il diario di Anna chi

Tommaso Cerno
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Il diario di Anna chi? Fino a un anno fa sarebbe stato un futuro distopico, oggi è realtà. Gli ebrei in sinagoga commemorano il 7 ottobre, il pogrom più devastante dalla nascita dello stato di Israele, con Giorgia Meloni a Roma e Ignazio La Russa, al fianco di Liliana Segre, a Milano. Quei due che alla Scala, a sentire la sinistra dell’epoca, non potevano sedersi nello stesso palchetto. Sedie vuote invece per i leader della sinistra, assenti. Il rabbino di Roma ci dice, dal tempio, che in Italia è tornato l’antisemitismo. Ma a sentirlo Schlein e Conte non ci sono.

 

 

Ci dice pure che non tutti i partiti hanno tenuto la «barra dritta». E ci si mette pure la scrittrice sopravvissuta ai lager, Edith Bruck, a dirci che «gli ebrei sono lasciati soli» e che «Elly Schlein non prende le distanze per paura di perdere voti». Ora la domanda è: come ha fatto la sinistra a demolire in un anno il proprio Pantheon edificato in quasi un secolo di retorica antifascista? Forse perché tale palco stava in piedi non perché fosse solido, ma perché fino al 7 ottobre il luogo comune mostrava dei vuoti a destra in questa materia. E oggi scopriamo che non è così. E che l’imbarazzo spiazza i big progressisti. Che si defilano silenziosi.

 

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