Smettiamola di chiamarli pro Palestina
Per l’amor di Dio non chiamatelo corteo pro Palestina. Non si merita quel popolo di essere rappresentato da lorsignori. Teppisti, Black bloc, politicanti in cerca di uno scatto in nome di Allah dovrebbero provare le loro manifestazioni nelle piazze di Teheran sotto il regime dell’ayatollah Khamenei per capire qual è il trattamento fin troppo da guanti bianchi che questa Repubblica riserva loro.
Io non ho mai visto funerali senza il morto né matrimoni senza gli sposi, ma mi è capitato di vedere una manifestazione per la Palestina a cui non partecipava la comunità palestinese. Succede perché la Palestina è solo la grande scusa. Qui c’è gente che vuole destabilizzare l’Italia. Ecco perché sono gravi le ambiguità di Schlein e Conte, che avevano il dovere di dire no, di chiedere scusa alla comunità ebraica e - tutte le volte che sventolano la Costituzione - di leggere bene cosa c’è scritto dentro. E di dirci dove i nostri Padri ci avrebbero suggerito di fiancheggiare i terroristi islamisti, Hamas e Hezbollah, o di predicare diritti e poi sfilare con regimi fanatici e assassini come quello iraniano. Ma non succederà. Sono pronto a scommetterci.