l’editoriale di Cerno

Cerno: chiamate Malpensa AeroStalin

Tommaso Cerno

Detto che il sindaco di Milano Beppe Sala farebbe molto meglio a occuparsi di stazioni anziché di aeroporti, visto che la Centrale di Milano è il simbolo del suo fallimento, crocevia di clandestini e delinquenti, scippatori e spaccini, che mostrano a tutta Italia la differenza tra la Milano immaginaria del Pd e la città violenta che si sono trovati addosso i milanesi che lavorano, veniamo all’ultima trovata dell’ex manager renziano con l’acqua alla gola perché il suo futuro politico sta esalando l’ultimo respiro. In quel casino che ha combinato, il suo problema è cancellare l’intitolazione dell’aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi.

 

 

Verrebbe da chiedersi in che mondo viva l’inquilino di Palazzo Marino per spendere soldi pubblici per un ricorso che fa ridere i polli. Ma trattandosi del Pd, una ragione c’è. Ed è la più semplice del mondo. Dalla caduta di Romano Prodi, in quella preistoria italiana in cui la sinistra andava al governo vincendo le elezioni, tutti i leader o presunti tali che volessero tenersi intorno qualche claque progressista non parlavano di futuro o di programmi ma si affidavano a san Silvio. Colui che avrà anche inventato il centrodestra, ma soprattutto ha tenuto in piedi una traballante sinistra capace sempre e solo di occuparsi di Lui. Do un consiglio a Sala: chiami Malpensa «AeroStalin», così i suoi supporter della Cgil che gridano in piazza «Meloni in Siberia» staranno dalla sua parte. Senza scomodare il Cavaliere.