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Dossieraggio, Cerno: se gli spioni sono più veloci della legge

Tommaso Cerno
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Arrivo a dire che, da un certo punto di vista, ha ragione il Gip che non ha convalidato l’arresto di Pasquale Striano e Antonio Laudati. In punta di diritto serve la prova che – lasciati liberi – potrebbero reiterare il reato, nel nostro caso il dossieraggio di migliaia di file di politici a uso e consumo di trame e inchieste, campagne e fango. Ma a leggere bene le nuove carte depositate dalla procura di Perugia all’udienza (rinviata) del Riesame i due non ricadono nella fattispecie. Ma non per il motivo giusto, cioè che sono diventati «innocui». Per il motivo opposto: il reato non è reiterabile, perché non è mai terminato.

 

 

Continuava durante le indagini, perché il sistema è molto più complesso e oliato di quanto pensiamo. Più veloci della legge. Ci spiavano ancora. Alla faccia dell’Antimafia di De Raho. Come se nulla fosse. O, pensa Cantone, peggio ancora: con la finalità di archiviare informazioni per un futuro. D’altra parte se esiste un pezzo di Stato che lavora contro lo Stato, che succede quando lo Stato normale trova lo Stato deviato? Una domanda senza risposta nell’Italia dove conta solo l’accusa. Ultimo esempio: Vittorio Sgarbi. Massacrato per un’evasione fiscale da 700 mila euro che non appena è passata dal tavolo di un pm a quello di un giudice è caduta: il fatto non sussiste.

 

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