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I dossier e quel copione per noi fessi

Tommaso Cerno
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Come un caleidoscopio puntato sulla realtà, l'inchiesta di Perugia su dossier e spioni d'Italia ci svela ogni giorno dettagli nuovi che cambiano i connotati alle storie di cronaca che ci erano state propinate. Basta impugnare i fatti e ruotare nella direzione delle nuove prove per veder mutare davanti ai nostri occhi la verità. La vicenda del cardinale Angelo Becciu, che stiamo rileggendo alla luce degli incroci fra spie e Vaticano, si mostra sempre più fosca. Le bugie raccontate al Papa, l'aggancio con i finanzieri del sistema Striano, i controlli sui conti e sui bonifici immaginari che sono costati la caduta del porporato entrano dalla Porta Santa dritti nel calderone delle soffiate contro Salvini e Berlusconi e le fughe di notizie sui conti di Crosetto.

 

Una trama talmente chiara che, come sostiene il procuratore capo di Perugia Raffaele Cantone, indagati e loro sodali si sono messi al lavoro per insabbiare tutto, cancellare le prove, scrivere un copione dentro questo copione per far passare noi italiani per fessi. Ma siccome fessi non siamo, aspettiamo la decisione del Riesame. Consapevoli che, comunque vada, a garanzia della verità oggi c'è un Paese che ha capito che su questa storia si deve andare fino in fondo.

 

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