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Cafiero De Raho, la vendetta del "non poteva non sapere"

Tommaso Cerno

Evidentemente abituato a ritrovare tutto negli archivi, l'ex pm Cafiero de Raho non dà prova di buona memoria. Finge di non ricordare, il parlamentare a 5 Stelle, che il grosso dei dossier di Striano & Co. finora conosciuti vengono dalla sua era. Alla faccia del berlusconiano «non poteva non sapere». Sarà pure già stato in Parlamento quando il club degli spioni monitorava lo stipendio di Guido Crosetto, ma certo non si sarà stupito. Visto che quando nel mirino del bancomat delle informazioni c'erano stati Salvini o Berlusconi era lui il capo del bigoncio. Le balle sono il nutrimento di questo Paese e se si trattasse solo di questo sarebbe una delle tanta sparate della politica cui siamo abituati.

 

 

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Il problema è che lei, caro onorevole, non ha mentito per caso. Ma l'ha fatto perché sa che il suo partito, il Movimento 5 Stelle, comincia a non gradire il conflitto di interesse che il suo posto in commissione mostra ormai a tutto il Paese. Non glielo può dire apertamente, ma così è. E lo dimostra il silenzio di Conte su tutta questa faccenda. Sono scelte sue. E dei partiti. Non spetta a me, si figuri, giudicarla. Ma chi non è fesso ormai ha chiara una cosa: farebbe meglio a dimettersi dalla commissione antimafia. Non per altro. Perché sta facendo il gioco dei suoi avversari politici. E prima o poi glielo diranno.