il commento

Medioriente, perché Bibi è il campione della guerra ibrida

Roberto Arditti

The carousel of destiny spins ever faster». (La giostra del destino gira sempre più veloce). Così Elon Musk ieri mattina su X, con quella capacità di anticipare i fatti che solo le persone di talento possono esibire. E proprio perché le cose stanno esattamente come dice l’uomo che più di ogni altro interpreta la contemporaneità, possiamo dire che la giornata di ieri rappresenta una pietra miliare del nostro tempo. Ci consente questa osservazione l’impressionante offensiva contro il movimento politico e terroristico di Hezbollah che Israele ha condotto con modalità, tempi e conseguenze di enorme rilevanza. Attenzione però, la vicenda deve essere analizzata sotto due profili. Il primo è quello tecnico, per cercare di capire come l’intelligence di Gerusalemme ha potuto colpire 3000 dispositivi contemporaneamente. Ma questo è un aspetto che appassionerà gli esperti per settimane o forse mesi ed è giusto lasciarlo al loro lavoro: allo stato possiamo solo dire che in accordo con il protettore iraniano moltissimi esponenti di Hezbollah hanno recentemente sostituito i loro più moderni device con meno sofisticati “cerca persone” (in vendita su Amazon a circa 150 $), verosimilmente allo scopo di rendere meno intercettabili le loro comunicazioni. Però qualcosa nella fornitura di questi apparati non ha funzionato, al punto da rendere possibile l’esplosione contemporanea (e quindi gestita da un’unica centrale di azione informatica) dei medesimi dispositivi.

Veniamo però all’aspetto più importante di questa vicenda, talmente importante da costituire a tutti gli effetti una pagina di storia. Il punto centrale riguarda anche noi, cioè l’Europa, l’Occidente, la Nato. Ed è così riassumibile: Israele in guerra a sud con Hamas dentro Gaza e con gli Houti nello Yemen, in guerra a nord con Hezbollah dal Libano, in guerra a est con il nemico mortale Iran, riesce a mettere a segno una spettacolare operazione di guerra ibrida. Talmente spettacolare da cogliere di sorpresa tutti gli esperti di intelligence a livello mondiale, tutti gli analisti militari più sofisticati, tutti i vertici politici con responsabilità in materia di guerra e di sicurezza. E allora noi dobbiamo capire che Israele sta mostrando a tutti noi cos’è il mondo nel quale dobbiamo vivere ed agire, un mondo pieno di pericoli (non diversamente dalle altre fasi della storia) che però hanno la capacità di aggiornarsi alla velocità della luce, quella velocità contenuta nel richiamo di Elon Musk.

Israele, in buona sostanza, ci sta spiegando come si affronta il nemico, cioè anticipandone le mosse, colpendolo fuori dal tradizionale perimetro del confronto bellico, giocando sempre tenendo l’iniziativa e mai di rimessa. È il messaggio che Netanyahu manda al mondo, tanto degli amici di Israele quanto ai suoi nemici. I militari occidentali, spesso generali senza mai un giorno vissuto in guerra (non per colpa loro ma grazie al lungo periodo di pace che abbiamo alle spalle), debbono prendere coscienza di fino in fondo di cos’è questo secolo 21º. E lo stesso devono fare donne e uomini dell’intelligence ed i loro referenti politici. Smettiamola di riempirci le orecchie di fesserie pacifiste: un futuro senza guerra non esiste, quello che possiamo fare è contenere non eliminare. Israele lotta (con il suo Primo Ministro) per la sua sopravvivenza e lo fa certamente facendo cose brutte, a volte bruttissime. Ma a chi racconta che ci si può difendere dall’orco usando i guanti bianchi bisogna rispondere prendendolo a calci, senza pensarci su.