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Open Arms, come sempre i Conte non tornano

Tommaso Cerno
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Come uno Schettino a Cinquestelle, colui che comandava la nave del governo accusata di aver fermato la nave dei migranti è scappato sulla scialuppa della sinistra. Nel Paese senza memoria, non solo va in scena un processo politico ma perfino al politico sbagliato. Alla sbarra non c’è Giuseppe Conte, che guidò l’esecutivo giallo-verde sulla base di un programma scritto, concordato punto per punto fra la Lega e il Movimento 5 stelle sul modello tedesco.

L’accusato è il leader della Lega, Matteo Salvini, che in quel governo era ministro dell’Interno e vicepremier proprio in virtù di quel patto scritto. E questo perché oggi quel Conte è a sinistra, assolto anzi tradotto armi e bagagli sulla pedana dell’accusa a fornire il capro espiatorio.

 

E chi meglio di Salvini che, a differenza di Conte, ripete invece le stesse cose di allora? Ma c’è una seconda anomalia: mentre i giudici processano l’Italia per la stretta sui migranti, dimenticandosi il Paese reale su cui pesano queste politiche sbagliate, l’Europa ci copia. Proprio l’Europa che all’epoca sfruttava queste organizzazioni per scaricarci i primi controlli come fossimo l’hotspot dell’Unione, oggi sta attuando politiche restrittive, chiudendo i confini e minacciando proprio l’Italia di rispedirceli indietro. Ma questo non ha importanza. Ciò che conta è avere un colpevole da esibire. E quello lo hanno scelto da tempo. 

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