il commento

Ilaria Salis, la ricetta per le carceri serve solo ad aumentare il caos

Roberto Arditti

C’è una certezza nel dibattito politico italiano: per capire da che parte stare basta ascoltare l’onorevole Ilaria Salis e collocarsi immediatamente agli antipodi. Facile, veloce, esaustivo. Ne abbiamo prova con l’ultima memorabile uscita della neoeletta al Parlamento Europeo, che poche ore fa ha deciso di proporre la sua gustosa ricetta per gestire i numerosi criminali in età adolescenziale che scorrazzano per la penisola (troppo spesso liberi di fare danni): chiudere tutti i penitenziari dedicati ai minori (a cominciare dal Beccaria di Milano) e sostituirli con strutture diverse, dotate di attenuate misure di sicurezza. Meravigliose parole ispirate ad una metafisica concezione della realtà urbana oggi presente in Italia, stucchevoli intenzioni di chi decide sempre la prevalenza dell’ideologia anche quando in palese contrasto con l’evidenza dei fatti. Siccome però la pratica vale più della teoria, vale la pena fare qualche esempio ottenuto dalle cronache italiane di quest’estate.

 

 

Cominciamo da Trieste, ecco un brano tratto dalla stampa locale: «Ieri sera tornando a casa della nonna dal boschetto adiacente allo skate park sono sbucati tre ragazzini adolescenti che, dal nulla, hanno picchiato mio figlio colpendolo alle gambe. La testimonianza rilasciata a Trieste. Prima segue le orme di quanto riferito ai militari dell'Arma nel pomeriggio del 9 luglio e preavvisati già nella serata precedente. Secondo la madre, la banda sarebbe composta da ragazzini tra i 12 e i 13 anni. Uno di loro, quello che sarebbe il capo, voleva mostrare agli altri come si picchiano i ragazzini più piccoli. Il bambino di nove anni si trovava poco dietro al padre, che stava camminando una decina di metri più avanti». Adesso spostiamoci a Lecco: «Aggredito e picchiato in pieno giorno in centro Lecco per rubargli 70 euro. Ha vissuto momenti di paura il giovane preso di mira da una gang di coetanei. Rivolta, all'altezza del civico 19. Prima l'accerchiamento. Poi pugni, calci e minacce fino al furto del portafogli prima della fuga per il sopraggiungere di un'auto e di alcune persone. E il 16enne aggredito rimasto a terra sanguinante per i colpi subìti». Facciamo un ultimo esempio, adesso siamo a Rimini: «All'improvviso - ricorda il 25enne - mi sono ritrovato circondato da una decina di ragazzini uno dei quali armato con una sedia. Hanno iniziato a picchiarmi selvaggiamente con calci e pugni utilizzando anche lo sgabello. Mi colpivano da tutte le parti e mi hanno strappato i capelli. Per fortuna, in quel momento, in piazzale Roma c'erano diversi passanti che sono intervenuti sentendomi urlare. Quando la babygang ha visto arrivare gente sono tutti scappati lasciandomi a terra mentre alcune persone mi hanno soccorso chiamando il 118. È arrivata l’ambulanza che mi ha portato in ospedale da dove, poi, mi hanno dimesso con una prognosi iniziale di 10 giorni e sono andato a denunciare quanto accaduto ai carabinieri».

 

 

L’onorevole Salis ha detto che bisogna chiudere il Beccaria, proprio l’istituto dove due italiani di origine marocchina sono fuggiti pochi giorni fa. Due galantuomini, già condannati per rapina e per possesso di armi, due persone violente e ben inserite nel contesto criminale della provincia di Milano dove si sono infilati per scelta precisa e non certo per un complotto del destino. È semplicemente incredibile immaginare di gestire giovani criminali con i guanti bianchi, come se fossero unicamente persone capitate nel momento sbagliato e nel posto sbagliato. La verità è molto più semplice e non necessita di particolari spiegazioni sociologiche (tanto amate a sinistra). Adolescenti arrivati con il flusso dell’immigrazione clandestina o anche cresciuti in Italia sono persone cresciute in fretta e che quindi a 16 anni sono adulti a tutti gli effetti. Distinguono perfettamente il bene dal male e scelgono di stare dalla parte del crimine perché lo vogliono fortissimamente. Lo Stato ha il dovere di rispondere con fermezza e senza cedimenti, fermo restando le regole di civiltà. Gli atteggiamenti compassionevoli che tanto piacciono all’onorevole Salis servono solo ad accrescere il caos che già rischia di trionfare nelle nostre città. Quindi, con tutto il rispetto onorevole Salis, no grazie.